Sondaggi geognostici
I sondaggi geognostici sono una “prova in situ” che viene svolta per indagare il sottosuolo.
I sondaggi permettono di raccogliere campioni di terreno dal “piano campagna” fino alla profondità desiderata. Il terreno viene estratto dal carotiere e catalogato all’interno di apposite cassette. Al termine della perforazione si procede con il riconoscimento del terreno raccolto per poterne descrivere la stratigrafia, ed effettuare semplici test meccanici.
Rispetto ad altre tecniche di indagine, il sondaggio permette di campionare qualunque tipo di terreno: argille, ghiaie, roccia.
Lo scopo dei sondaggi è molteplice:
- raccogliere “campioni indisturbati” di terreno, i quali vengono successivamente sottoposti alle prove di laboratorio che permettono di ricavarne le proprietà fisico-meccaniche;
- raccogliere “campioni rimaneggiati”, nuovamente per indagini in laboratorio;
- campioni ambientali, necessari per le eventuali analisi chimiche;
- definire la stratigrafia dell’area investigata;
- installare piezometri o tubi inclinometrici.
Durante il sondaggio è possibile eseguire delle “prove in foro” le quali possono essere di natura differente:
- geotecnica, per conoscere le proprietà meccaniche del terreno;
- geofisiche, per definire con quale velocità le onde sismiche si propaghino nel terreno;
- idrogeologiche, per ricavare la permeabilità di una porzione di terreno.
Generalmente i sondaggi vengono sfruttati all’interno di campagne geognostiche (ossia per conoscere la geologia dell’area), indagini ambientali (investigazioni finalizzate alla verifica delle qualità ambientali di un sito, ossia verificarne il possibile inquinamento), indagini preventive per terre e rocce da scavo (raccolta di campioni per verificare se il materiale scavato durante un cantiere possa essere riutilizzato).